Le Castagne? Sono anche cibo di strada!

Ci capita spesso di citare l’importanza che ha avuto la castagna nella storia dell’agricoltura e delle popolazioni rurali e ci piace sottolineare come, ancora oggi, la castanicoltura rivesta un ruolo significativo, non solo per la produzione e vendita dei suoi frutti, ma anche per la conservazione del territorio.

Doc - 17 nov 2019 - 00-44

Figura 1. Raffigurazione storica del venditore ambulante di castagne cotte (Valli, 2003).

Ma la castagna ci tramanda anche un’altra tradizione antichissima e che, in un certo qual modo, si è conservata fino ai giorni nostri. Quella del venditore di castagne cotte detto anche “castagnaro” o “caldarrostaio”, figura emblematica degli ambulanti di mestiere.

Il venditore ambulante di castagne o spacciatore di “marroni fini” appare già in una stampa del 1600 edita da Claudio Duchet. Nei secoli la castagna rimane cibo abituale per diversi strati delle popolazioni e abituale diventa trovare i montanari che scendono dalle montagne più o meno vicine per trasformarsi in  venditori ambulanti nei vicoli delle strade urbane offrendo castagne cotte (Figura 1). Nel corso della storia è noto come i venditori ambulanti di castagne cotte si organizzavano addirittura in gruppi o compagnie. A tale proposito si ricorda lo statuto della Compagnia dei Caldarrostai di Forno di Zoldo nel Bellunese che è conservato presso la biblioteca di Venàs ed è datato 1884. Gli strumenti del caldarrostaio erano molto semplici e includevano un fornello e un misurino di latta necessario a determinare la giusta misura e che, nella storia, è stato oggetto di continue contestazioni da parte dei consumatori. Un editto della città di Roma risalente al XVII secolo “ordinava e comandava [che] tutti quelli che venderanno castagne ne devino dare 16 al quattrino, tanto lesse como arroste o in forno” (Valli, 2003).

Perfino la nostra comunità rurale di Chianni (PI), nella quale il castagno ha avuto la sua importanza,  vanta, nella sua storia più recente, la citazione di un venditore di strada di caldarroste. E’ il caso di Pergente che negli anni ’50, col suo carrello di dolciumi per le strade del paese, si trasformava da ottobre a gennaio in venditore di bollenti caldarroste offerte per poche lire nel cartoccio di carta gialla al grido “a bollore, a bollore!” (Benvenuti, 2011)

E’ incredibile pensare che, la figura emblematica del caldarrostaio come ambulante di mestiere, è rimasta immutata nei secoli ed è arrivata fino ai giorni nostri. Non è infatti raro trovare ancora oggi nelle vie delle grandi città i carrelli o le postazioni degli ambulanti che vendono caldarroste utilizzando addirittura ancora i misurini in latta (Figura 2 e 3).

Figura 3.

Figura 3. Vendita ambulante di caldarroste per le vie di Trento nell’ottobre 2019 (Foto G. Costagli).

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Figura 2. Venditore ambulante di caldarroste per le vie di Milano nell’ottobre 2019. Si notano i misurini in latta di tre dimensioni con prezzi, dal più piccolo al più grande, di 4, 5 e 10 Euro rispettivamente (Foto G. Costagli).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bibliografia

  • Valli C.G. (2003). Il castagnaro. In: Gli antichi sapori dei mangiari di strada. Storie di cibi e di ambulanti , di voci e di parole al tempo della cultura e della fame. Cierre Edizioni, Sommacampagna (VR). 
  • Benvenuti L. (2011). La minestra di niente. Il lento scorrere della vita di un’altra epoca, di un altro paese, di un’altra gente. La Bottega della Stampa, Lari (PI). 

 

Giacomo Costagli

Associazione Amici di Rivalto